È capitato a tutti di sentirsi gonfi o appesantiti dopo un pasto particolarmente ricco, e a molti sarà successo anche dopo aver mangiato con moderazione qualsiasi tipo di cibo.
Quando questo succede, raramente si pensa a rivolgersi subito a uno specialista o a fare un test per le intolleranze alimentari. Più spesso si tende invece ad eliminare qualsiasi alimento sospetto, senza valutarne le conseguenze.
Per evitare il fai da te e iniziare a capire meglio cosa sono le intolleranze alimentari, abbiamo chiesto aiuto alla nostra esperta di fiducia, la dott.ssa Fabiana Venezia, Biologa nutrizionista ed esperta in Nutrigenetica.
In questo post troverete quindi alcune linee guida per imparare a riconoscere e gestire le più comuni intolleranze alimentari.
In chiusura dell’articolo vi segnaliamo inoltre alcuni dei nostri prodotti particolarmente adatti a chi soffre di intolleranza al glutine o al lattosio.
Innanzitutto, cosa sono le intolleranze alimentari e quali tipologie esistono?
Come specificato dall’Istituto Superiore della Sanità le intolleranze alimentari sono reazioni avverse al cibo e si verificano infatti dopo aver mangiato un determinato alimento.
Si definisce “intolleranza alimentare” l’incapacità di digerire un nutriente, ovvero un piccolo componente di particolari cibi. Nelle intolleranze alimentari, a differenza delle allergie, la reazione non è quindi provocata dal sistema immunitario.
Partendo da questo presupposto, è importante specificare che le uniche vere intolleranze alimentari, scientificamente dimostrate, sono quelle al lattosio ed al glutine. Andiamo quindi a vederle nel dettaglio.
Quali sono le cause dell’intolleranza al lattosio?
Il lattosio è uno zucchero presente nel latte e l’organismo umano lo digerisce grazie all’aiuto di uno specifico enzima, detto lattasi. L’intolleranza si verifica quando l’enzima lattasi manca completamente nell’organismo fin dalla nascita.
Esistono però altre casistiche, meno gravi, ma ugualmente fastidiose. Alcune persone, ad esempio, smettono di produrre l’enzima lattasi dopo i due anni di vita, ovvero quando viene naturalmente interrotto il processo di allattamento al seno materno. Questa caratteristica ha origini genetiche molto antiche: nella preistoria non era praticato l’allevamento e non venivano consumati latte e derivati; pertanto, per adattamento, l’uomo non aveva la necessità di produrre l’enzima per digerire lo zucchero del latte, poiché non lo consumava.
Altre casistiche di intolleranza al lattosio sono la ridotta produzione enzimatica o la produzione di un enzima non funzionante. In questi casi, quindi, l’organismo presenta la lattasi ma non riesce a digerire grandi quantitativi di lattosio, quindi manifesterà gli stessi sintomi di una persona intollerante, ma in forma lieve.
Quali sono i sintomi dell’intolleranza al lattosio?
Ci sono alcuni campanelli d’allarme che dovrebbero far prendere in considerazione una possibile intolleranza al lattosio. I sintomi più ricorrenti sono dolori o crampi addominali, nausea, diarrea o stitichezza, meteorismo e gonfiore addominale. Di recente è stato dimostrato che l’intolleranza al lattosio provoca uno stato tossico nell’organismo che si manifesta con irritabilità, disturbi del sonno e sfoghi cutanei.
Intolleranza al glutine: ci può spiegare esattamente cosa è e come riconoscerla?
Il glutine è una proteina del grano e l’intolleranza si manifesta quando manca uno o entrambi gli enzimi che la digeriscono (gliadina e transglutaminasi).
Oggi si definisce questa condizione come glutensensitivity (sensibilità al glutine).
In entrambi i casi di assenza, l’organismo non riesce a digerire questa proteina e reagisce provocando diversi disturbi. Non esistono sintomi standard dell’intolleranza al glutine, però ogni qualvolta transita dall’intestino un componente alimentare che non può essere digerito viene immediatamente eliminato attraverso feci liquide. Si accompagna un processo fermentativo che provoca la produzione di aria, che a sua volta causa spasmi e gorgoglii intestinali.
Quali sono le differenze tra intolleranza al glutine e celiachia?
La malattia celiaca, che riguarda l’1% della popolazione italiana e mondiale (fonte: Associazione Italiana Celiachia) è tutt’altra questione: si tratta infatti di un processo infiammatorio di tipo autoimmune. Il sistema immunitario identifica le componenti del glutine come se fossero dei microrganismi patogeni e li aggredisce per eliminarli. In questo processo infiammatorio viene coinvolta e danneggiata la mucosa intestinale a tal punto che gli enzimi digestivi del glutine non sono più presenti. La celiachia ha una sintomatologia molto aggressiva ed evidente e per diagnosticarla con correttezza è bene rivolgersi al proprio medico, che vi indirizzerà verso specialisti ed esami diagnostici completi.
Cosa si può mangiare se si è intolleranti al lattosio o al glutine?
Per fortuna oggi esistono in commercio molti prodotti senza lattosio e/o senza glutine.
Di seguito vi spiego cosa sono esattamente i prodotti senza lattosio.
Latte e derivati senza lattosio vengono ottenuti a livello industriale grazie all’utilizzo dell’enzima lattasi: lo zucchero del latte viene quindi già digerito prima del confezionamento del prodotto.
Sono invece naturalmente privi di lattosio le alternative vegane al latte e ai suoi derivati, poiché non utilizzando prodotti animali e derivati non presentano lattosio nemmeno come conservante.
Se siete amanti del formaggio, sappiate comunque che il Parmigiano DOP e il Grana Padano DOP con stagionatura di almeno 30 mesi sono entrambi naturalmente privi di lattosio (dove per “privi” si
intende che il contenuto di lattosio è inferiore a 0,1g/100g).
Per quanto concerne invece gli alimenti privi di glutine, possono esserlo in modo naturale o chimico.
Quali sono le differenze?
Il processo di eliminazione chimica della parte proteica del grano (glutine), comporta la produzione di un alimento carico di amido, dunque eccessivamente ricco di zucchero complesso, poco adatto a tutti coloro che hanno problemi glicemici o di steatosi epatica (tralasciando oltretutto il processo in sé che utilizza sostanze potenzialmente tossiche per la salute).
Esistono però anche cereali naturalmente privi di glutine, e sono: mais, riso, tapioca, quinoa, amaranto, chia, teff. Va precisato che mais, riso e tapioca sono comunque ricchi di amido e tra i tre il riso è quello che viene metabolizzato meglio dall’organismo. Al contrario quinoa, amaranto, chia e teff sono molto digeribili, non eccessivamente ricchi di amido e fortemente consigliati.
Nel panorama gastronomico si incominciano ad intravedere cereali naturalmente poveri di glutine: mi riferisco ai grani antichi quali Kamut, Senatore Cappelli e Timilia.
Si tratta di cereali non OGM (geneticamente modificati), che hanno conservato tutte le caratteristiche originali. Non crescendo in maniera geneticamente forzata, hanno mantenuto valori nutrizionali ottimali, infatti non sviluppano molto glutine né troppo amido, proprio come sarebbe avvenuto per tutti gli altri grani qualora non fossero stati modificati.
Perché è bene rivolgersi ad uno specialista se sospettiamo di soffrire di una intolleranza alimentare?
È sempre preferibile rivolgersi ad uno specialista del settore per poter seguire una terapia alimentare personalizzata. Spesso, con le diete fai da te, non si tiene conto di eventuali condizioni infiammatorie intestinali transitorie che possono essere confuse con le vere intolleranze alimentari.
Mi riferisco nello specifico alla sindrome del colon irritabile. In questo caso, la mucosa intestinale infiammata può temporaneamente danneggiarsi e perdere alcuni enzimi digestivi quali lattasi, gliadina e transglutaminasi, perdendo così anche la capacità di digerire i rispettivi nutrienti (lattosio e glutine). Le sintomatologie sono molto simili, con la differenza che in questo caso l’intestino allunga i tempi di digestione, provocando una maggiore fermentazione di tutti gli zuccheri assunti attraverso il pasto. La terapia alimentare dovrà essere differente e tener conto delle sensibilità alimentari temporanee. Insomma, il mio consiglio è quello di mangiare consapevolmente!
Dott.ssa Fabiana Venezia
Biologa Nutrizionista
Esperta in Nutrigenetica
Per venire incontro alle esigenze di chi soffre di intolleranze alimentari, al Panificio Frascati produciamo pani , grissini e biscotti che possono essere più facilmente tollerati sia da chi non digerisce il lattosio che il glutine.
L’elenco dei nostri prodotti da forno per intolleranti al lattosio è consultabile tra i prodotti certificati VeganOK .
Mentre i nostri prodotti da forno per intolleranti al glutine (comunque non adatti a celiaci) sono quelli con farine naturalmente prive di glutine: quali farina di mais, farina di riso ,farina di grano saraceno e farina di miglio.
Vi aspettiamo nel nostro punto vendita a Reggio Calabria per scoprire tutti i nostri prodotti per chi è intollerante al lattosio o al glutine.
Se invece volete contattare la dott.ssa Fabiana Venezia, potete inviarle una mail all’indirizzo fabiana.venezia86@gmail.com.